L’Open Geospatial Consortium (OGC) sta sollecitando un impegno concreto per l’adozione delle Infrastrutture di Dati Spaziali (SDI) in tutto il mondo.
Secondo l’OGC, una SDI consiste nei “sistemi che costituiscono la base su cui i dati basati sulla localizzazione vengono raccolti, condivisi e utilizzati.”
L’organizzazione ha recentemente lanciato il SDI Modernization Gateway, una piattaforma che mostra lo stato attuale dell’adozione delle SDI, in particolare negli Stati Uniti.
L’OGC sta lavorando all’iniziativa insieme ai propri membri e alla Federal Geographic Data Committee (FGDC) statunitense.
Il progetto di modernizzazione delle SDI è in linea con una strategia nazionale statunitense decennale sui dati spaziali, guidata dall’FGDC e descritta nel rapporto “Building the Geospatial Future Together — The NSDI Strategic Plan 2025–2035”, pubblicato lo scorso anno e aggiornato nel febbraio 2025.
Il Piano Strategico mira a valorizzare competenze pubbliche e private per offrire servizi geospaziali reattivi, integrati e interoperabili, e si concentra su tre aree principali:
- Governance
- Dati e tecnologia
- Persone
Secondo l’OGC, le SDI esistenti sono spesso compartimentate e sottoutilizzate, e “devono evolversi in infrastrutture dinamiche della conoscenza”.
L’OGC afferma che la transizione verso SDI modernizzate richiede più della sola tecnologia: serve collaborazione intersettoriale, integrazione di tecnologie emergenti, una gestione efficiente dei dati e la consegna tempestiva di informazioni utili all’azione.
L’organizzazione ha esteso un invito all’intera comunità geospaziale — non solo ai suoi membri — a partecipare all’evoluzione delle SDI, contribuendo con idee e coinvolgimento nel SDI Modernization Gateway
Modernizzare le Infrastrutture di Dati Spaziali: perché adesso?
Nonostante la crescente disponibilità di dati geospaziali negli ultimi anni, le Infrastrutture di Dati Spaziali (SDI) a livello globale spesso non riescono a raggiungere il loro pieno potenziale come veri e propri quadri strutturati di conoscenza. Originariamente concepite per essere molto più di semplici contenitori di dati, molte SDI si sono trasformate in cataloghi statici che offrono download di dataset e visualizzazioni cartografiche online, prevalentemente limitati all’interno di silos amministrativi.
Di conseguenza, persone e organizzazioni che potrebbero trarre beneficio da tali dati — soprattutto coloro che si trovano al di fuori della comunità geospaziale tradizionale — incontrano notevoli ostacoli nell’accesso e nell’utilizzo delle risorse disponibili. L’attuale modello top-down, guidato principalmente dai governi, frena l’innovazione e non risponde in modo adeguato alle esigenze reali degli utenti, rendendo le SDI sempre più obsolete in un mondo dominato dai dati.
Per affrontare queste sfide, è fondamentale orientarsi verso data spaces organizzati in modo più accessibile. Un approccio efficace richiederà sistemi flessibili, orientati agli utenti e basati sui servizi, che coinvolgano attivamente gli utenti nella creazione, nello scambio, nell’elaborazione e nell’analisi dei dati. E i responsabili delle politiche pubbliche — e non solo — dovranno promuovere la collaborazione pubblico-privato e creare modelli di business sostenibili.
Il futuro delle infrastrutture di dati geospaziali è probabilmente rappresentato da un modello ibrido, che combina elementi delle SDI tradizionali con nuovi approcci più user-centric, data-driven e tecnologicamente avanzati. Questo cambiamento trasformerà le infrastrutture da semplici repository a piattaforme per l’innovazione geospaziale.

