La INSPIRE Conference è finalmente tornata in presenza dopo lo stop di quattro anni dovuto alla pandemia.
Il 28 ed il 29 Novembre, a Bruxelles, nel centro congressi della Commissione Europea “Albert Borschette”, 200 partecipanti, uniti ad oltre 800 esperti collegati on-line, si sono ritrovati per fare il punto sul tema della Conferenza che era “Green Data for All”.
Se da un lato la trasformazione digitale introduce nuovi modelli di business e nuove tecnologie digitali, dall’altro anche INSPIRE sta cambiando il modo in cui i governi e le imprese trattano i dati geospaziali, il cui pieno utilizzo resta comunque una sfida ed un potenziale ancora inespresso.
La Roadmap di INSPIRE è giunta al termine, ma l'evoluzione dell'infrastruttura e del quadro legale è un processo inarrestabile.
La modernizzazione sostenuta da una migliore implementazione renderà la Direttiva INSPIRE uno strumento chiave per rendere disponibili i dati necessari ad affrontare le sfide ambientali e climatiche (A Green Deal for Europe), aumentare la democrazia ambientale e rafforzare l’emergente economia dei dati, sancita dalla European Data Strategy.
In questo contesto, nella due giorni a Bruxelles si è molto parlato di European Common Data Spaces, ecosistemi in cui attori di varia natura (tecnici, esperti legali, decisori, pianificatori, intermediari) coinvolti nella catena del valore aggiunto dei dati possano trovare fertili condizioni su cui fare attecchire e prosperare nuovi business incentrati sui dati.
Fiduciosi di avere definitivamente superato la sterile diatriba tra dati geospaziali e dati non geospaziali (è rarissimo, se non impossibile, trovare dati che non abbiano una componente geospaziale), ascoltando gli interventi dei vari esponenti delle Istituzioni Europee (in primis DG CONNECT - Direzione Generale delle reti di comunicazione, dei contenuti e delle tecnologie - e DG ENV – Direzione Generale ambiente – della Commissione Europa), a molti addetti ai lavori si è però palesato un dubbio.
Dubbio costituito dal rischio che si reinventi la ruota, non solo in termini di standard per i dati geospaziali, ma anche di buone pratiche su come implementarli!
Ed in tal senso basterebbe volgere per un attimo lo sguardo all’indietro mettendo a fuoco tutto il lavoro svolto da tante organizzazioni per gli adempimenti legati ad INSPIRE.
E’ inoltre apparsa preoccupante una mancanza di coordinamento tra le Istituzioni Europee che dovrebbero guidare la transizione, soprattutto facendo riferimento ai tanti progetti cofinanziati in corso. Esistono innegabili sovrapposizioni in termini di architetture e roadmap, mancanza di una visione unica, mancanza di un piano di implementazione comune, mancanza di sincronizzazione tra aspetti che dovrebbero avere forti dipendenze.
Basti citare la concomitanza tra una serie di progetti cofinanziati nell’ambito del Digital Europe Programme per dar vita ad una serie di Data Spaces settoriali (Green Deal, Agricoltura, Smart Communities, Mobilità, Energia, Turismo, solo per elencarne alcuni) e quello per creare il Data Space Support Centre, che deve fornire guida e supporto in maniera orizzontale a tutti i Data Spaces settoriali.
Oltre ad un’altra serie di progetti cofinanziati nell’ambito del programma Horizon Europe dalla Direzione Generale Ricerca, tra cui USAGE – Urban Data Space for Green Deal e FAIRiCUBE - F.A.I.R. Information Cubes, che, sempre in concomitanza con i precedenti, stanno già sperimentando prototipi di Data Spaces o, quanto meno, di loro componenti.
Altro spunto di riflessione è costituito da uno sbilanciamento tra il grande interesse riservato alle tecnologie e la poca attenzione dedicata agli aspetti organizzativi/legali/operativi dei data spaces e ai modelli di business.
E comunque, tra dubbi e spunti di riflessione, la partecipazione alla Conferenza ha fornito all’intera comunità una buona scorta di stimoli ed energie positive per affrontare tutte le sfide che ci attendono.