Sono tornato recentemente a visitare l'Aerofototeca Nazionale, lo splendido archivio dell'immagine storica del nostro territorio conservato nei locali dell'ICCD (Istituto Italiano per il Catalogo e la Documentazione) del Ministero della Cultura.
Collocata nell'edificio restaurato qualche anno fa all'interno del complesso di San Michele a Roma, affascina per l'atmosfera, quasi a recuperare l'aspetto conventuale originario.
Purtroppo non c'è stato avvicendamento e dopo il pensionamento dei precedenti addetti il lavoro di conservazione e digitalizzazione che si dovrebbe compiere, si è quasi arrestato.
Si parla di circa 6 milioni di fotogrammi, di cui solo 800.000 digitalizzati, molti di tipo aerofotogrammetrico, che documentano la storia del nostro territorio. Fotogrammi su pellicola negativa originale e sviluppati su carta ove i processi chimici di deterioramento avanzano inesorabilmente.
L’Aerofototeca è un bene inalienabile pubblico con caratteristiche di unicità oltre che un tesoro singolare di un procedere scientifico della conoscenza. E' l'archivio fotografico più avanzato ad operare in Italia nella tutela del territorio e del patrimonio culturale dalla sua istituzione nel 1954.
Il fatto che questo archivio possa essere stato la fonte che ha determinato l’insorgere della moderna disciplina urbanistica è più che noto ad ogni professionista e studente. Come il fatto che è la base dell’approfondimento primario nel metodo e nello studio della trasformazione dell’assetto del territorio e delle città, sotto tutti gli aspetti culturali, paesaggistici, ma anche idrogeologici e per la salvaguardia e la protezione civile.
Il naturale complemento all'attuale opera di Osservazione della Terra per mettere a disposizione l'immagine antecedente all'epoca dei satelliti e della moderna aerofotogrammetria.
Oggi nel progetto “Archivi fotografici”, il terzo progetto PNRR avviato dalla Digital Library del Ministero della Cultura, destinato alle Soprintendenze, compare anche la digitalizzazione di alcuni fondi esterni alle Soprintendenze tra cui l’Aero Fototeca Nazionale.
L’intervento, destinato ad arricchire, espandere e organizzare il patrimonio culturale digitale nazionale, metterà a disposizione di tutti oltre 5,5 milioni di fotografie che, assieme a circa 500.000 disegni, andranno a produrre 6 milioni di nuove risorse digitali, ciascuna corredata dai propri metadati descrittivi che ne consentiranno la reperibilità all’interno della digital library nazionale. Anche in questo progetto, per il quale sono stati investiti circa 16 milioni di euro, ci sono poche speranze per digitalizzazione globale della Aerofototeca, se consideriamo che sono almeno 5 milioni i fotogrammi residui da digitalizzare.
In ultimo c'è da considerare anche che gli scanner aerofotogrammetrici hanno almeno uno spazio di acquisizione di 24 x 24 cm (ma anche dimensioni ben più grandi per alcune lastre panoramiche) con una risoluzione al micron e una elevata accuratezza geometrica, in quanto dalle misure sul fotogramma si ricavano le misure reali sul terreno, anche in elevazione. Poche unità di strumenti di questo tipo sono presenti in Italia, tutti in corso di dismissione o già rottamati, in quanto realizzati nel secolo scorso con hardware oggi difficilmente gestibile.
Salvarne alcuni con l'appoggio delle ditte aerofotogrammetriche italiane, che sicuramente accoglierebbero positivamente l'iniziativa, magari con il patrocinio degli altri istituti coinvolti, primo tra tutti l'Istituto Geografico Militare che esperienza in tale settore ne ha da vendere, è una azione da intraprendere subito, sfruttando l'esperienza di chi ha usato questi strumenti e ne conosce le peculiarità per non perdere il prezioso patrimonio informativo.
Spero profondamente, per le generazioni future, che con gli attuali fondi per la digitalizzazione e del PNRR si procederà a conservare l'immagine del nostro territorio, che spazia dalla nascita della fotografia all'epoca dell'inizio della grande urbanizzazione.
E non dimentichiamo che uno degli archivi più importanti è quello della posizione di bombe ancora inesplose, derivabili dai fotogrammi aerei realizzati durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, avuti in dono dalla RAF.
Un campione di quello che è contenuto si può vedere su Flickr e questo "album" merita certo una visita: https://www.flickr.com/photos/aerofototecanazionale-iccd/