Questa crisi umanitaria svela drammaticamente il ruolo delle tecnologie, dei social network, degli open geodata e delle mappe a supporto, dei flussi migratori verso l’Europa, con la nascita di app che consentono ai migranti, di usufruire dei servizi legati alla loro posizione.
Ad esempio un sistema basato sulla posizione geografica, adottato dai trafficanti e verificato dalla Global Initiative against Transnational Organized Crime, si sta diffondendo sempre più sulle grandi rotte dei migranti, soprattutto in uscita dalla Siria. Solo quando il migrante, ha raggiunto il confine o la sua meta, dal suo smartphone parte un messaggio che raggiunge una terza parte autorizzata a rilasciare all’organizzazione dei trafficanti, il compenso stabilito per il viaggio.
Recente è il lancio della piattaforma per gli aiuti ai rifugiati RefAid (www.refugeeaidapp.com) con annessa app mobile per Android e iPhone. La Refugee Aid App è stata ideata a Londra a seguito della grande hackaton, che ha chiamato a raccolta esperti di informatica, attivisti per i diritti umani e volontari, in risposta alla crisi dei rifugiati in crescita in Europa e con la necessità di un maggiore coordinamento tra le organizzazioni di aiuto che sono andate ben oltre il loro limite. La Refugee Aid App è stata creata per trasformare il modo in cui è consegnato l'aiuto. L'annuncio arriva in un momento in cui i paesi europei stanno chiudendo i loro confini, per il fatto che non vi è alcun segno di rallentamento della migrazione di massa. La piattaforma, con la sua app mobile, è stata lanciata nel Regno Unito e in Italia, mentre seguirà in Grecia, e negli altri paesi europei, nel corso delle prossime settimane. Molte delle più grandi organizzazioni ufficiali di aiuto in tutto il mondo, stanno partecipando, tra queste: la Croce Rossa Italiana e Save the Children. Le organizzazioni umanitarie italiane partecipanti includono anche: l’ARCI, il Centro Astalli, il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) e alcune Caritas locali nelle zone con più alto numero di migranti vulnerabili.

Carterro For Refugees(http://www.carterro.com/migrant-resources/) si propone, invece, di offrire informazioni per i rifugiati in viaggio, informandoli sui servizi a loro disposizione lungo il percorso. Possono creare post o pubblicare foto e video per mostrare cosa sta succedendo in un’area. Possono aprire un canale privato e restare in contatto con i loro familiari o altre persone per avere informazioni aggiornate. Redatta anche in arabo è stata molto apprezzata in Medio Oriente. Anche qui le ONG possono inserire i propri servizi, comunicare con cooperanti e volontari, aggiungendo anche contenuti fotografici e video.
Molto simile Kricket, (http://kricket.co) che ha però la particolarità di essere una mappa dinamicadove 24 ore dopo i post geolocalizzati scompaiono, se non viene dato seguito alla conversazione, e i contenuti messi dai rifugiati sono anonimi. Il servizio a pieno regime prevede di proporre ai migranti di diventare “reporter" vendendo online le proprie foto e i propri video.

Le app per i migranti sono diventate un business per il settore dell'open geodata. Lo dimostra il fatto che, quelle precedenti, sono tutte state realizzate da privati. Anche Google sta entrando nel business,congiuntamente allaInternational Rescue Committee and Mercy Corps, creando laCrisis Info Hub, un sito accessibile anche da una app per mobile, progettato con un software che consente di consumare poca batteria.Il servizio è attivo in molti dei paesi attraversati dai migranti e offre informazioni sul primo soccorso e i servizi di base.

Dallo spirito collaborativo è nato OpenStreetMap Tasking Manager(http://tasks.hotosm.org), uno strumento progettato e sviluppato, per la mappatura collaborativa dell'Humanitarian OSM Team. Lo scopo dello strumento, è, sostanzialmente,quello di effettuare un lavoro che mostra quali aree hanno bisogno di essere mappate e quali necessitano della sola convalida della mappatura.

In caso di catastrofe questo approccio facilita la distribuzione dei compiti ai vari mappatori in un contesto di emergenza. Permette anche il controllo del progresso e dell'omogeneità del lavoro svolto.
(Fonte: Redazionale)
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